E se il gps del cellulare non funzionasse?

L'abitudine a seguire pedissequamente le istruzioni del navigatore o delle mappe di Google ci sta pian piano rendendo inclini a ignorare i punti di riferimento circostanti, lasciandoci con mappe mentali meno dettagliate.
Il risultato?
Senza la voce guida, andiamo letteralmente nel panico.
 
La sensazione di ansia che deriva dal non aver con sé il cellulare si chiama nomofobia (da No Mobile Phobia) ed è un neologismo di recente introduzione in quanto riguarda oltre la metà dei nativi digitali.
L'uso dello smartphone sta influenzando anche la capacità di affidamento che facciamo sulla nostra memoria: oggi siamo meno inclini a fidarci delle conoscenze precedentemente immagazzinate, magari attraverso i libri, e tendiamo a far prevalere quelle "tirate giù da internet".
Senza alcun dubbio, il cellulare è per tutti noi una grande invenzione, ma essere nell'era 3.0 non deve impedirci di dimenticare parte delle competenze acquisite in millenni di sviluppo filogenetico.
Fino a 25 anni fa, riuscivamo a cavarcela anche senza Google maps.
Ebbene, come facciamo a camminare senza smarrirci, quando siamo in mezzo ad un bosco e quando il nostro smatphone non riceve il segnale gps?
Per trovare la via del ritorno, proveremmo a vedere fra gli alberi un punto di riferimento per dirigerci: una fonte, una capanna di boscaioli, la forma di un monte lontano.
Ma supponiamo di trovarci in una vasta pianura, senza alberi, senza capanne di riferimento, senza montagne visibili all'orizzonte, senza quindi alcun punto di riferimento: allora dovremmo ricorrere a qualche altro mezzo per trovare la direzione giusta. I popoli antichi che viaggiavano fra i monti, boschi, deserti e che solcavano il mare con le navi, sapevano in che direzione andare perché sapevano orientarsi guardando il cielo. 
Essi avevano appunto notato che al mattino il sole sorge sempre dalla stessa parte dell'orizzonte: a oriente.
La parola orientarsi significa riconoscere l'oriente, cioè la parte dalla quale vediamo sorgere il sole al mattino. In pratica, però, per orientarsi basta trovare uno qualsiasi dei punti cardinali. Infatti, stabilita la posizione di uno, si può facilmente stabilire la posizione degli altri.

Usiamo la tecnologia, ma non lasciamo che essa inaridisca le nostre conoscenze e competenze riportandoci nell'era di Lucy.
Ovunque tu sia...
con o senza gps, grazie all'orientamento, potrai trovare casa.

Guida didattica per maestri. Classe terza. Casa editrice Atlas 1971







A.R Toniolo G.Merlini.
Ad uso dei ginnasi inferiori ed Istituti magistrali. Secondo i programmi ministeriali del 7 maggio 1936 XIV .
Casa editrice Principato. Messina1936








https://www.festivalitaca.net/
https://www.festivalitaca.net/evento/capsula-design-market-alle-serre/
http://archivio.torinoscienza.it/esperimenti/costruire_una_bussola_4990.html

Matematica


Per me i numeri sono sempre stati un problema, nel senso che già dall'infanzia ho cominciato a riscontrare delle difficoltà in matematica, quando il mio insegnante ha iniziato ad usare una metodologia didattica tutt'altro che ludica.
Seppur dotata di creatività e intuito, ero considerata una gran pasticciona e sentendomi costantemente ripetere le stesse parole:
< L'alunna si applica, ma non riesce >
ho iniziato a sviluppare una vera e propria avversione per tutto ciò che richiedeva l'uso dei numeri.
I miei problemi si sono protratti fino all'età dell'adolescenza e, durante il periodo universitario ho scoperto di essere discalculica.
Ora in età adulta, ho imparato strategie e metodologie didattiche  per  risolvere "la questione matematica".




Gli appunti di Giannettino 1950







matematica del primo ciclo di istruzione.
Casa editrice Signorelli 1972
"il bicchiere mezzo pieno"


Guida didattica classe seconda.
Casa editrice Signorelli 1969
"decine e unità"




quadernino del 1934





"La primavera del sapere"
Testi sussidiari riuniti. Fratelli Fabbri editori 1948





Nel gioco c'è materia ed energia.
Trenino elettrico: anello di Pacinotti
Birilli: lo spettro solare (specchio piano che riflette a grandezza naturale)
Illustrazione di Anna Maria Terrè.
Garzanti editore 1963





Insiemistica, classe prima 1972










Il congiuntivo non deve passare di moda



Inorridisci di fronte al modo indicativo quando va espresso un dubbio, un desiderio e una possibilità? 
Il modo congiuntivo è una delle forme verbali più belle che la lingua italiana abbia mai avuto; ti permette di esprimere al meglio i pensieri.
Il congiuntivo va difeso e preservato ed io, nel mio piccolo, faccio parte di quella piccola e timida sacca di resistenza a protezione della lingua italiana.







Dalla certezza alla possibilità.

voce del verbo adducere








C'era una volta il libretto delle giustificazioni

In età adolescenziale, complice la tempesta ormonale e il desiderio di sentirsi uguali agli altri, si diventa bravissimi nell'inventare giustificazioni scolastiche e nel non farsi scoprire quando si bigia la scuola.
La predisposizione a marinare la scuola è,forse, l'unica cosa in cui i ragazzi ricchi non si distinguono da quelli poveri. Mentre le prestazioni scolastiche risentono molto dello svantaggio o vantaggio sociale, quando si tratta di saltare il compito in classe o di creare giustificazioni assurde, i ragazzi tornano tutti uguali!
Insomma, fare fughino rientra nel percorso fisiologico di crescita; un gesto di disobbedienza alle regole che non chiede, e soprattutto non ottiene, il benestare dei genitori.
Al liceo conoscevo persone specializzate nell'arte della menzogna e nel riprodurre le firme dei genitori.
I bagni erano i loro uffici e in cambio della loro prestazione si accontentavano del pezzo di pizza incartato con amore da tua madre oppure il prestito delle cassette musicali a nastro.
Nel compilare il libretto delle giustificazione si sfoderavano doti creative nell'inventare motivazioni che avevano impedito lo studio o per evitare quei trentacinque minuti di corsa sul posto durante l'ora di ginnastica:
-Prof sono indisposta-
- La prego di voler giustificare mia figlia in quanto, nell'atto di bere il latte, le è entrato nel naso e siamo dovuti andare in ospedale-
Sicuramente nel passato per noi "over"era più semplice bigiare la scuola;avevamo un semplice libretto delle assenze e non esisteva il registro elettronico che, oggi, avvisa immediatamente la famiglia dell'assenza.
Qualche anno fa, alla ricerca dei libri presso un mercato dell'antiquariato di Bologna, ho scovato un vecchissimo libretto delle giustificazioni datato 1923.
Il libretto in questione era dell' Istituto Magistrale parmense "Albertina Sanvitale" e stampato dalla La <Bodoniana> Tipografia Mutilati.
Il libretto compilato apparteneva a Luisa Carnevali, una ragazza di classe Quinta B, del corso superiore.
La maggior parte delle giustificazioni compilate erano per l'ora di Ginnastica con causa di indisposizione...
questa parola mi è sempre piaciuta in quanto elegante e rispettosa della privacy.


Vetro di Murano certificato, acciaio e caucciù










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Il nuovo sapore della letteratura

Nel mio passato, la scuola è stata una sala di tortura.
In uno scenario di malinconia e incomprensione come potevo amare la letteratura?
Ricordo ancora l'ansia del lunedì mattina; la voce stridula della professoressa di latino e italiano mi faceva pulsare le tempie e il suo alito di caffè e fumo era in grado di raggiungermi superando tre file di banchi. 
Dei professori, e più in generale del loro metodo didattico, mi infastidiva il dover memorizzare ciò che altri autori avevano desunto dalla lettura delle opere più importanti.
Mi chiedevo:
- Perché non posso semplicemente leggere l'opera e fare  considerazioni personali?
  Perché devo scomporre e sezionare un brano come se fossi un chirurgo? -
Obbligata ad analizzare in profondità i brani antologici venivo privata della possibilità di leggere con leggerezza: un vero peccato mortale.
Ecco perché ci si ritrova prima dell'interrogazione a saltare parte del tomo e a raggiungere le ultime pagine per scoprire se Renzo e Lucia siano riusciti finalmente a sposarsi.
Durante il periodo universitario è scattato qualcosa in me: ferma davanti agli scaffali di un bar-libreria, il mio occhio si è soffermato sui Promessi Sposi ed in me si è insinuata una domanda:
-Come sarebbe stato leggere un libro per scelta e non per imposizione?-
Finalmente avrei potuto gestire quel tomo a mio piacimento.
Con il tempo e la libertà di scelta ho riscoperto il gusto nella lettura dei grandi classici e scelto la professione dell'insegnamento. Con umiltà cerco di non ripetere gli errori metodologici dei miei docenti includendo anche la mentina in bocca prima di entrare in classe!
A fine lezione, dopo aver rispettato la programmazione ministeriale, mi diverto a far stridere le immagini dei personaggi delle grandi opere classiche con i tempi moderni e a distanza di venticinque anni, resto tuttora con la Mia considerazione:
fossi stata in Lucia sarei fuggita con l'Innominato.



I Promessi Sposi
La monaca di Monza


Gertrude
Per colpa di un sì

I Promessi Sposi
S.Lattes Editori
1940






Proemio dell'Odissea
« Narrami, o musa, dell'eroe multiforme, che tanto

vagò, dopo che distrusse la Rocca sacra di Troia:

di molti uomini vide le città e conobbe i pensieri,

molti dolori patì sul mare nell'animo suo,

per riacquistare a sé la vita e il ritorno ai compagni.

XV edizione Mondadori 1950, Edizioni scolastiche.




《Avanti Signori e Signore! Premi per tutti e non biglietti a vuoto; perché pochi vincono, ma quanto al resto, perdinci! 》




Altri poeti tentarono la continuazione dell'Orlando Innamorato, ma nessuno riuscì a condurla alla conclusione così splendidamente come seppe fare, con la sua opera, Ludovico Ariosto
Orlando Furioso L. Ariosto Mondadori 1942








PANEM et CIRCENSES
Giovenale. Satira. X81




Hic sunt leones
Libro di carte geografiche
1931









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