Durante
le pause lavorative tendo a rifugiarmi nell'aula di scienze della
scuola e sorseggiando un caffè rifletto sul fatto che il laboratorio
è da sempre stato considerato il nucleo centrale del lavoro dello
scienziato.
Eppure
nei miei ricordi d'infanzia non ho memoria di esperimenti scientifici
condotti dal mio maestro.
In
compenso io e mio fratello ricevemmo in dono un fantasmagorico
microscopio per il giorno della nostra prima comunione!
Nel
ripostiglio di casa venivano condotti gli esperimenti i cui risultati
giungevano alla costruzione di teorie scientifiche strampalate.
Con
i vetrini abbiamo osservato tutto ciò che era possibile sradicare
dalla terra e qualche volta persino la coda di una malcapitata
lucertola.
Quel
gioco ci ha permesso di osservare una realtà che ad occhio nudo non
era possibile cogliere; una vera rivelazione per due bambini di otto
anni.
Durante
l'adolescenza avrei voluto imprimere su vetro alcuni comportamenti
che per me erano difficili da interpretare per osservarli al
microscopio e riuscire a comprendere me stessa e l'adulto.
Lo
scoprire che la realtà non è una sola ed unica è un passaggio che
avviene in modo graduale attraverso processi che ci permettono di
apprendere come ad esempio l'analisi dell'ambiente circostante, la formulazione di ipotesi o deduzioni.
Ancora
oggi, come in passato, il laboratorio scientifico è stato
considerato un accessorio non sempre fondamentale, sia per carenza di
mezzi finanziari, sia per una certa ritrosia degli insegnanti ad
utilizzarlo e ciò a causa delle mille norme di sicurezza a cui si
deve sottostare.
Qualche
volta torna alla mente il ripostiglio dell'appartamento in cui
vivevo e quel microscopio...
con la voglia di voler fissare su quei vetrini le emozioni e
quei comportamenti difficili da interpretare nelle dinamiche di
coppia.
E
se a Natale regalaste un microscopio?
Rame, resina,vetro,scheda didattica Juvenilia anni 70', foglia di quercia. |
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Rame, resina,vetro,scheda didattica Juvenilia anni 70'. Ginestra. |
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